
Scuola dell’infanzia e elementare: studiare insieme, in armonia
A Porza i bambini del terz’anno di asilo per un paio di mesi fanno esperienza di che cosa significhi essere studenti di prima elementare. Salgono di grado, letteralmente: salgono i 15 gradini che collegano il piano de La Carovana al primo in cui è ospitato Il Piccolo Principe, le scuole dell’infanzia ed elementare della Fondazione San Benedetto raccolte nello stesso edificio.
Facendo vivere ai bambini del terz’anno di asilo cinque giornate in un’aula di prima elementare, le scuole della Fondazione realizzano un profondo e articolato processo di armonizzazione didattica. È ormai un momento sperimentato dai docenti e atteso dai bambini, che si sentono grandi (è solo per loro, non per i piccoli del primo o del secondo anno) e che sono chiamati a usare le nozioni apprese alla scuola dell’infanzia per poter partecipare attivamente, e non da spettatori, alle loro prime vere lezioni.
Per la prima volta si trovano in una vera e propria aula, devono star seduti a un banco e di fronte a una lavagna. Arrivano le prime impegnative consegne: nella seconda lezione hanno dovuto prima mettere in ordine logico e cronologico le vignette che rappresentavano la storia raccontata, quindi decidere assieme quale titolo darle e copiarlo dalla lavagna sul loro quadernetto. Nella terza lezione hanno portato i loro pupazzi per usarli in giochi di classificazione e di conteggio (dovendo calcolare quanti sono quelli blu, quelli con le orecchie o con i nasi, quanti in totale).
Un lavoro matematico che ha avuto anche un momento di verifica: i bambini hanno dovuto disegnare in varie ceste un certo numero di pupazzi (ad esempio 6 nella blu o 4 nella verde) o contare quanti ce n’erano in quella rossa. Dopo la matematica l’educazione visiva e tecnica e l’italiano, con la creazione di una tartaruga e la preparazione della cartolina da spedire (davvero!) ai genitori.
Spettacolare il legame che si crea tra i più piccoli e i più grandi: facile immaginare lo zelo dei primi, ma colpisce come i secondi si calino nel ruolo di tutor e si premurino di aiutarli, magari ripetendo sottovoce la consegna della maestra (non per tutti è stato immediato cambiare il riferimento all’adulto), correggendoli nella lettura e nella scrittura, nel ritagliare e nell'incollare.
Un esempio inatteso della serietà con cui i bambini di prima elementare vivono questa esperienza è stato lo spettacolo teatrale per accogliere gli ospiti. Evento che hanno voluto preparare da soli, senza il suggerimento della maestra e sfruttando le ricreazioni, creando i costumi e addirittura una semplice scenografia. Scenette comiche recitate nel cortile con festoso gradimento del pubblico, che fin da questo caloroso “Benvenuti!” hanno iniziato a sentirsi “i più grandi”.